DOMENICO LIVOTI
Opera 1^ classificata
Il passo sublime
Anche il vento del nord s’infrange
sui bastioni possenti dello Spluga:
strada dei ricordi o via di fuga
per chi l’amara terra lascia e piange?
Oltre, strani dei tuonano nei cieli,
altre storie, altri eroi, altri miti
incrociarono i destini in quei siti
e squarciarono del mistero i neri veli.
Al di qua a sud rotolano i sogni
e i fiumi cercano la via del mare
dove luccicano il sole e le lampare
per altre genti, per altri bisogni.
L’occhio si volge indietro lì sul Passo
per un rimorso o forse un rimpianto.
Poi il cuore intona un nuovo canto
e la mano lancia al cielo un altro sasso.
PIERALDA ALBONICO COMALINI
Opera 2^ classificata
Come mi piace la montagna
Come mi piace la montagna
l’aria il suo respiro
la neve che si scioglie piano
e lassù in alto il deltaplano
mi piace la gente
che si rosola al sole
le moto che si fermano al passo
per un bicchiere di vino e di viole
e le allegre comitive
che vanno cantando al bivacco
la valle che si allarga
e il ruscello che mormora la sua canzone.
Come mi piace la montagna
al tramonto quando la prima stella
appare in un cielo di latte
e la luna è solo uno spicchio
sopra il Suretta in fiamme.
Poi nel buio della notte
si accendono le finestre
e sopra il pizzo Casa
si può vedere il Carro
ma così vicino
che puoi saltarci dentro
e inabissarti nella nera vastità
a braccia aperte
in volo.
BARBARA GAZZI
Opera 3^ classificata
Senza Te non posso star
T’ascolto mea dolce Valle Spluga
forse ti duoli per colei che da te è in fuga?
Il tuo sorel vitale non tarpare
inspira l’aria e tornami a parlare
“Le ho donato Pizzo Stella
perché in cuor mio era la più bella
ma nel freddo dei suoi ghiacci
ha scordato il calor dei mie abbracci”.
Non temer tra le tue mani la tornerò a portare
fino al passo del Tambò dovessi arrivare
Le ricorderò del giorno in cui magia si compì
e del sol tuo il cor suo se ne empì
Il crotto avevi allestito con ogni cura
le migliori erbe alpine selezionate con premura
per presentarle il Violin di Capra delizioso
e donarle infine l’Amor tuo prezioso
Pel Cunus Aureus ivi insiem camminiamo
al suon degli eserciti perdon portiamo
Eccola è qui, senza più nuvole per la testa
attende lo splendor sereno della festa
nuova dimora le mostri per tornar felici
tra prati verdi, abeti e larici
il diorama le hai creato su misura
è valle Lei la miglior cura
ROSA MARIA CORTI
Opera 4^ classificata
Amor lo sospingeva…
Se ne andava per radure di fiori
come smarrito all’incontro.
Amor lo sospingeva a rivedere tutto:
le bianche cime dei monti,
il bel villaggio e i casolari sparsi.
Amor lo sospingeva a riascoltare tutto:
degli uccelli e degli abeti i canti,
e la garrula voce delle alpestri fonti.
Nulla parea mutato vicino al Passo
e repentina s’accendeva la speranza
di rivederla per una volta ancora,
la bella fronte, la bocca dolorosa,
che tanto gli piaceva d’averla disegnata.
Ed era là, nella minuscola cappella,
l’antica effige a lungo contemplata,
tenera e dolce, triste e delicata,
tutto il sole l’avvolgeva, splendeva
seléne tra le pieghe del mantello.
Come Lei (1), naufrago, salvato dalle onde,
come Lei, alfine in pace, alla Ca (2) del monte.
Pianse sotto una cupola di stelle
e nel profondo della sua anima
La ringraziò per tutto quello.
1. La leggenda narra di una statua della Madonna col Bambino, in piedi sopra la falce di luna, (secondo un modello iconografico tedesco), ripescata dalle acque del torrente, dove sarebbe stata gettata dai protestanti più a monte.
2. Montespluga, anticamente chiamato Ca de la montagna, ultima sosta prima di affrontare il Passo.
FRANCESCO M.T. TARANTINO
Opera 5^ classificata
Montagna sacra
Ripercorrerti nei sentieri di alberi e foglie
Smarrirsi in un bosco di nuvole e fiori
Fra le tue nebbie il cielo e le fresche voglie
Di immagini e sogni rincorsi e dolori
La valle inondata di suoni e campane
Quando smessa la pioggia odore di sole
Intrecci di frutti e di fiori in collane
Intarsi ed omaggi come doni senza parole
Montagna di ombre di luci e bisbigli
Di cielo che si fa prato e corre lontano
Di vento che soffia e crea scompigli
Di passi che corrono tenendosi per mano
Montagna che narri di amori di fonte
Di ghiaccio che spegne ogni raggio di verde
Soccorri ogni giglio che vive sul monte
Ridagli il sentiero ogni qualvolta si perde
Montagna che innamori in ogni stagione
Il cervo le farfalle ed ogni artiglio rupestre
Rivesti d’azzurro questa mia canzone
E spalanca i tuoi antri come fossero finestre
Sicuro rifugio di chi braccato sedeva
All’ombra dei tuoi rami chiusi in preghiera
Fra le tue crepe e il fucile si nascondeva
Per cacciare il nemico oltre frontiera
Ti porto nel cuore con la tua maestà
Ovunque io vada mi ricomponi la pace
E quando guardo in alto la tua santità
Anche se lontano non morirò contumace.
MARIA TERESA PICCARDO
Opera 6^ classificata
Valle Spluga
Tra solive malghe e alpestri fonti
in libertà pascolano gli armenti
e il mugliare dei bovi dai ridenti
prati si disperde agli orizzonti.
Verdeggianti boschi vestono i monti,
il capriolo scatta tra le silenti
selve di conifere fiorenti
rosseggianti alla luce dei tramonti.
Erte alpine con cime innevate
sovrastan Valle Spluga. Nelle baite
vige l’esempio saggio e antico
di usanze giammai dimenticate.
Serbo in core le costumanze avite
del paese di Valle Spluga aprico.
MONICA PAGGI
Opera 7^ classificata
Madesimo
Si tessono le nuvole,
sul telaio del cielo
aperto e sereno,
sopra le baite di Madesimo.
Le campane giungon di lontano
Mischiando il suono del sacro campanile
Al rumore di campanacci bovini,
assai profano,
ma tanto cari a tanto dolci,
son questi rintocchi.
Anche sui monti degli Andossi
si affacciano i contadini
e le bimbe, in allegri mazzolini
raccolgono, margherite al canto dei pettirossi.
LICIA ROVERI GALLI
Opera 8^ classificata
S. Guglielmo in Valle Spluga
Ho messo il mio cuore al riparo
nella grotta di San Guglielmo.
Gli alberi di fuori fan la guardia
e il sole lo scalda
giù dalla fessura.
Di notte dorme silenzioso
batte piano per non far rumore
per non svegliare il bruco lì vicino
e le formiche che lavoran presto.
Il bosco respira in sintonia
in compagnia di San Guglielmo
che torna lì a pregare.
E una pace soprannaturale
mi accarezza la gola
che è seccata.
Attorno è tutto d’ombra e luci
l’aria fina di montagna
i sentieri perduti.
Il posto dove sono
è un po’ dimenticato.
Scorre di fianco il Liro
con le creste bianche
dal troppo impeto che lo arruffa.
Voleva stare quieto addormentato
svegliarsi piano al primo caldo
che adagio adagio arriva.
Ma in cima han comandato
di gorgogliare lieto
per accompagnare soavi
laudi del Santo.
FRANCO CALLEGARO
Opera 9^ classificata
Lo scalatore
Montagne stagliate nel cielo,
che avete, di roccia, la pelle,
che udite il respiro del vento,
che quasi toccate le stelle…
m’han detto che sopra le vette
si vede il profondo del mare,
che i vostri incantati silenzi,
han voci che sanno parlare…
m’han detto che siete crudeli,
con chi vi ha voluto sfidare,
che molti, che eran venuti,
non sono potuti tornare…
Un giorno verrò sulle cime,
verrò... per piantare una croce,
il vento lo farà sibilare
e udrete, così, la sua voce…
Saprete che quei coraggiosi,
cercavano nuovi sentieri,
che erano solo affamati,
di altri valori, più veri…
Saprete che furon stregati
vedendo le guglie dorate
e che, nella dura scalata,
avevan le mani piegate.
Se un giorno, salendo la cima,
vedrò, sulla roccia, un bel fiore,
saprò che avrete capito…
che ingiusto fu il loro dolore!
CLELIA AMBROSINO
Opera 10^ classificata
Silenziosa Spluga
Pinnacoli di rocce,
gole profonde e vasti pianori,
la valle si distende su terrazze e pendii
come un manto increspato di verde.
Il volo planare di un gheppio,
pennellata sulla tavolozza di un pittore.
Il silenzio regna nel cuore.
Tra le rupi si celano
cappelle e romitori
e, in anfiteatri naturali,
villaggi di pastori e cave di marmo.
Profumo di ciambelle e di miele
tra i prati montani dove giocano farfalle.
Il silenzio regna nella mente.
Sullo sfondo del lago
cime sfrangiate di bianco,
una barca distesa sulla riva
coperta da sottile velo di ghiaccio
riporta alla mente ricordi lontani di un passato,
la speranza di un domani che non c‘è.
Sussurri di un amore silente…